La ragazza che giocava con il fuoco
Se c’è una cosa difficile, è trovare un romanzo parte di una serie (in questo caso una trilogia) all’altezza del libro precedente. Dopo aver letto Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson, avevo evitato volutamente di farmi troppe aspettative sul seguito: La ragazza che giocava con il fuoco.
Mi sembrava troppo sperare che questo secondo malloppo di oltre 700 pagine potesse essere altrettanto appassionante, ma è stato bello scoprire che l’autore ha fatto centro una seconda volta.
La storia si sviluppa intorno ad un’indagine che vede coinvolti polizia, agenti privati e giornalisti in cerca di scoop, ma l’attenzione è inevitabilmente catalizzata dai soliti due soggetti. I personaggi di Lisbeth Salander e Michael Blomqvist sono azzeccati, e questo secondo thriller/poliziesco si difende bene su tutti i fronti pur avendo un intreccio molto differente dal primo libro della Millennium Trilogy.
Il personaggio di Lisbeth è destinato ancora di più a far innamorare il lettore per la sua particolarità, ed a molti farà piacere scoprire come in effetti tutta la storia di questo romanzo ruoti intorno al suo passato. Stieg Larsson è stato anche capace di porre rimedio ad alcuni difetti del primo libro: avevo trovato strutturato male e troppo prolisso il finale di Uomini che odiano le donne, cosa che non succede in questo caso.
Se avete letto il primo e vi è piaciuto, non potete perdervi anche questo. Io mi concederò una pausa prima di iniziare la lettura dell’ultimo volume della trilogia, ma è già lì che mi aspetta: mi dispiace solo sapere che non ce ne saranno altri.