Hiroshima e Miyajima

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Il viaggio in Giappone è continuato a Hiroshima, raggiunta in poco meno di due ore con lo Shinkansen da Osaka.

Scrivo questo post durante la seconda notte in albergo, ed effettivamente due notti sono il periodo giusto per visitare la città e l’isola di Miyajima.

L’albergo è il Park Side: trovato per caso su booking.com, si è dimostrato ottimo come posizione e per il rapporto qualità prezzo. Abbiamo pagato una doppia (dimensioni giapponesi, quindi piccola) circa 50€ a notte, e l’albergo è a due passi dal Genbaku Dome, dal castello e da Okonomimura (ora vi spiego!).

Arrivati a ora di pranzo, ci siamo fatti dare le indicazioni per il supermercato più vicino e dopo aver mangiato siamo andati a piedi al Genbaku Dome e al Peace Memorial Museum. Il primo è l’unico edificio rimasto in piedi dopo la bomba atomica: esattamente nell’epicentro, è ancora lì con la sua cupola a ricordare quanto accaduto. Il museo vicino è da visitare, per capire cosa sia successo durante il bombardamento e che conseguenze questo abbia avuto sul territorio e sugli abitanti in tutti gli anni seguenti.

La sera siamo andati a cena al tanto atteso Okonomimura: il posto migliore dove mangiare gli Okonomiyaki, piatto tradizionale di Hiroshima con carne, cavolo, cipolla, uovo e una sorta di pastella, con generosa salsa di soia spennellata sopra.

La cosa particolare è che Okonomimura è un palazzo di quattro piani dove ad ogni livello ci sono almeno 7-8 posti diversi dove mangiare. La prima sera ci siamo fermati al secondo piano, la seconda sera siamo tornati al terzo piano provando la variante di Okonomiyaki con seppie e gamberi: ancora meglio dell’originale!
Non preoccupatevi troppo di quale posto scegliere per mangiare: seguite la folla, ha sempre ragione. Noi abbiamo apprezzato particolarmente quello della seconda sera che effettivamente aveva il bancone pieno.

Ma tornando alla cronaca, parliamo del secondo giorno: siamo andati all’isola di Miyajima, raggiunta in 20 minuti di treno dalla stazione principale, più altri 10 minuti di traghetto.

L’isola è molto vicina a quello che normalmente si immagina essere il Giappone: templi, pagode, molti alberi tra cui anche degli aceri, e nonostante sia un luogo turistico non mancano gli angoli più silenziosi e immersi nel verde.
Il simbolo più famoso è il Tori immerso nell’acqua davanti al tempio principale: tra l’altro abbiamo avuto fortuna a trovare l’alta marea, visto che spesso intorno all’isola è presente più fango che acqua.

Altra particolarità dell’isola sono i cervi in completa libertà che girano tranquilli tra i turisti. Evidentemente attratti dal cibo, passeggiando per le strade se ne trovano in abbondanza: occhio a cosa avete addosso, a noi hanno mangiato un foglio con delle indicazioni che ci eravamo portati dall’Italia!

Dopo un giro di circa 4 ore sull’isola (non avevamo voglia di salire sulla montagna nè di prendere la funicolare) siamo tornati ad Hiroshima, e in attesa della cena abbiamo fatto una passeggiata nel castello della città.

Il castello è stato interamente ricostruito negli anni ’50, visto che non era rimasto assolutamente niente dopo il bombardamento. Una bella passeggiata nel parco ed una visita al museo (360¥, meno di 3€), e siamo tornati all’hotel.

Della cena di questa seconda giornata ho già detto abbastanza; domani ripartiremo in direzione Kyoto per restarci 3 notti.

Questo viaggio si sta rivelando sempre più affascinante, e ora che ho superato il disorientamento iniziale va ancora meglio. Fa sempre strano ritrovarsi in una minoranza (i turisti occidentali sono davvero pochi per ora), ma l’accoglienza è sempre fantastica e chiunque si dimostra gentilissimo nel cercare di aiutarti.

Alla prossima puntata, con nuove avventure da Kyoto!