Mad Max: Fury Road – La recensione

Mad Max: Fury Road Se avete già una vaga idea di cosa trovare nel mondo di Mad Max, non resterete delusi dal film. Mad Max: Fury Road segna il ritorno nei cinema dopo 30 anni del mondo post-apocalittico già visto nella trilogia di Interceptor (1979), Interceptor – Il guerriero della strada (1981) e Mad Max – Oltre la sfera del tuono (1985).

Motori rombanti, polvere, sangue, azione e follia pura sono tutto quello che troverete in un film spettacolare e adrenalinico. Sarete trascinati con la forza in un mondo dove regna la pazzia, in cui avere una speranza di salvezza è un lusso per pochi fortunati.

Non c’è molto da aggiungere sulla mente geniale di George Miller, che riesce a trascinare lo spettatore in una realtà assurda ma assolutamente coinvolgente, dove motori, benzina e cromature sono oggetto di adorazione da parte di una folla che vede il motore V8 come un dio, dove la vera salvezza è la morte onorevole sulla strada per arrivare al Valhalla.

Spettacolare la fotografia del premio oscar John Seale, che usando il rosso e il blu dà forza e colore a delle immagini già incredibili. Vedere la galleria che ho messo insieme alla fine di questo post per capire cosa intendo: la scena all’interno della tempesta di fulmini e sabbia merita da sola la visione del film.

Volete viaggiare per due ore in questo mondo post-apocalittico? Non resterete delusi, merito anche di una splendida Charlize Theron. Mi sono rimasti un po’ di dubbi sulla traduzione in italiano, con la sensazione di aver perso qualcosa nei dialoghi e soprattutto nei nomi dei personaggi, ma c’è sempre tempo per recuperare il film in lingua originale.

Signori, Mad Max è tornato.

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Commenti

Una risposta a “Mad Max: Fury Road – La recensione”

  1. Tavanata visiva più profonda di quel che appare, ma il 2 ed il 3 erano un’ altra cosa. Già solo lo scambio di sguardi tra Max e Wez e il trasportarci in questo mondo…