Castelli di rabbia

La settimana è ricominciata con un’aria decisamente pesante, dopo il bel weekend a Roma non ho trovato esattamente lo stesso clima in casa.
Resisto, o almeno ci provo.

Sto andando avanti con la lettura di Castelli di rabbia e mi ha colpito un passaggio che ho trovato molto vero. Stavo andando da lau, ero circa a metà strada tra Firenze e Roma e mi sono soffermato su un’immagine evocata da Baricco, riguardo alle instantanee che ci restano negli occhi quando siamo piccoli, che ci tornano in mente anni e anni dopo… sulla felicità che si prova in quei momenti…
Insomma mi ci sono ritrovato ed ora sono qua a riportare quel passaggio, accuratamente segnato facendo l’orecchia alla pagina mentre il treno su cui ero continuava imperterrito il suo viaggio.

“..è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quand’è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore. Alla deriva.”