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04 Nov 13

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Osaka e l’arrivo in Giappone

Angoli di Osaka

Il viaggio in Giappone organizzato questo settembre senza nemmeno troppo preavviso è iniziato il 2 novembre 2013. Partiti da Firenze con un volo KLM abbiamo fatto tappa ad Amsterdam e da lì siamo arrivati ad Osaka KIX, dopo 10 ore e 10 minuti di volo.

Com’è stato? Lungo, ma per fortuna sono riuscito a dormire almeno la metà del tempo. La parte più difficile è stata all’arrivo, perché siamo atterrati a Osaka alle 9 con davanti un’intera giornata da turisti, ospiti della famiglia Miura che aveva già accolto Ilaria anni fa durante il suo primo viaggio in terra nipponica.

Difficile descrivere l’arrivo ed i primi momenti in giro per la città: immaginate di ritrovarvi in pieno centro di Osaka nell’ora centrale della domenica, in un’enorme area pedonale con negozi e ristoranti (che poi ristoranti non sono, perché in ogni posto è disponibile spesso una sola specialità).

Avete presente quando i giapponesi in Italia fotografano qualsiasi cosa? Mi sono sentito esattamente nei loro panni: per quanto fossi già preparato mentalmente al salto culturale ogni cosa era troppo strana per non essere notata.

Adolescenti vestiti in modo assurdo, tagli di capelli fuori dal normale (per noi!), un fiume di gente che ti viene incontro finché non ti rendi conto di dover camminare sul lato sinistro, lanterne rosse, pubblicità con manga e pupazzi strani, commesse che urlano fuori dal loro negozio promuovendo qualche offerta speciale… e questo è solo l’inizio del primo giorno!

Dopo aver mangiato in compagnia di Akari e Naomi dei fantastici Takoyaki e degli spiedini (Kushikatsu), siamo andati verso il castello di Osaka. Entrata gratis (c’era una non identificata festività) e sotto una leggera pioggia abbiamo visto uno spettacolo con dei falconieri che davanti alla folla stupefatta facevano volare i loro falchi.

Da notare i “ooooh” dei giapponesi che non si stupiscono mai abbastanza di quello che vedono!

A questo punto della giornata eravamo morti: praticamente due giorni lontani da un letto, abbiamo accolto di buon grado l’idea di andare a casa Miura per la cena.

Da qui in poi è stato fantastico vivere per poche ore in una casa giapponese: è stata un’occasione unica. Tolte le scarpe all’entrata, ci siamo preparati per la cena durante la quale Akashi-san ha cucinato per tutti al centro del tavolo. Non chiedetemi il nome del piatto ma era veramente buono: carne, verdure di vario tipo e funghi, con spaghetti e salsa di soia.

Per la notte avevamo una stanza con due futon a nostra disposizione: per quanto mi riguarda era una sistemazione così comoda che ho dormito quasi 12 ore di fila.

Qualche curiosità in ordine sparso:

  • il baseball è di gran lunga lo sport più seguito, con campi ovunque e la tv che trasmette partite ad ogni ora.
  • nelle case c’è un bagno con solo il wc ed una stanza separata per lavarsi, con lavandino e vasca/doccia.
  • si guida a sinistra, e la maggior parte delle macchine sono delle orrende Honda e Suzuki squadrate.
  • vanno molto di moda gli iPad mini e più in generale i telefoni dal display enorme come il Galaxy Note.
  • I controllori ed il capotreno fanno l’inchino quando entrano ed escono dalla carrozza, anche se è vuota.

Scrivo questo post sullo Shinkansen verso Hiroshima, dove ci fermeremo per due notti. Il treno è enorme, ho spazio per le gambe io che sono alto due metri e ci sono due sedili da un lato e tre dall’altro.
Inoltre grazie al JR pass acquistato dall’Italia ci sposteremo praticamente ovunque senza biglietti addizionali, per una settimana.

A presto con i prossimi aggiornamenti, per le foto seguitemi anche su Facebook o Instagram: pubblicherò più facilmente qualcosa lì.

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